L’avventura in Germania nel 2006 inizia sotto una brutta stella, cioè quella di calciopoli. Qualche Azzurro viene coinvolto e lo stesso CT viene toccato poiché tra i protagonisti figura Alessandro, il figlio di Marcello Lippi.
Quest’ultimo però è bravo a chiudere a riccio la squadra, isolandola dall’esterno e nelle difficoltà gli italiani si esaltano. Allo stesso tempo anticipa che, comunque andrà il Mondiale, nonostante il contratto per altri due anni, al termine del campionato mondiale lui lascerà la guida della squadra.
La prima fase dei gironi
Succede così che facciamo l’esordio contro il temuto Ghana nel gruppo E, la squadra che più temiamo nel girone, e finisce 2 a 0, con le firme di Andrea Pirlo e Vincenzo Iaquinta.
Superato l’ostacolo africano, tocca agli americani dell’USA. La partita sulla carta è una passeggiata ma diventa una lotta con il giovane e inesperto Daniele De Rossi che si fa espellere per una gomitata (e verrà squalificato per 5 partite), e con Alessandro Nesta che si infortuna e deve lasciare il posto, per tutto il resto della competizione, a Marco Materazzi. Firma l’1 a 0 Alberto Gilardino ma viene raggiunto da un’autorete di Cristian Zaccardo, l’unico gol che subirà Gigi Buffon su azione. 1 a 1 e il passaggio del turno rimandato alla terza giornata.
L’ultima partita del gruppo gli Azzurri giocano contro la Repubblica Ceca, c’è lo spauracchio Brasile nei possibili abbinamenti degli ottavi e per evitarlo bisogna vincere. L’Italia ce la fa con due gol, il primo di Materazzi e il secondo di Inzaghi.
Agli ottavi, riuscendo a evitare il Brasile, troviamo l’Australia ed è un’altra partita combattuta. 0 a 0 fino al novantesimo, quando a pochi secondi dal finale Fabio Grosso inizia la sua avventura: cavalcata fino all’area di rigore avversaria, si stende in area (rigore generoso) e Francesco Totti realizza, chiudendo la partita con una vittoria di misura.
Ai quarti troviamo l’Ucraina di Shevchenko, riusciamo a superarla agevolmente per 3 a 0 con doppietta di Luca Toni e zampata finale di Gianluca Zambrotta che è decisamente il migliore in campo.
In semifinale incontriamo i padroni di casa della Germania. Per i tedeschi noi siamo una bestia nera, ma nei tempi regolamentari finisce 0 a 0. Solo al secondo tempo supplementare Andrea Pirlo trova un tocco magico per Fabio Grosso che realizza a giro e corre via, incredulo, come Tardelli nel 1982. Manca una manciata di minuti e la Germania si riversa in attacco, proprio in questo momento nasce il mito Cannavaro, con Fabio Caressa che pronuncia “Cannavaro, Cannavaro, CANNAVARO” mentre il difensore azzurro diventa un muro… sul capovolgimento di fronte Gilardino mette Del Piero a tu per tu con il portiere tedesco e per il veterano della Juventus è un gioco da ragazzi insaccare. 0 a 2 e si va a Berlino per la finale.
Nella finalissima troviamo la nostra bestia nera: la Francia. La partita inizia male, con un rigore che Zinedine Zidane realizza nel primo tempo. Si tratta dell’ultima partita della carriera del campione francese e la vuole onorare. Tocca a Marco Materazzi, nel secondo tempo, pareggiare con un’incornata che riporta la situazione in parità.
Soffriamo, fino al 115esimo, quando Zidane, stuzzicato da Materazzi, rifila una testata al difensore dell’Inter facendosi espellere. La chiusura della carriera per un grande campione diventa ingloriosa.
Si va ai rigori dove l’unico a sbagliare è lo juventino David Trezeguet. Finisce 5 a 3, con Fabio Grosso che realizza l’ultimo gol, quello che fa diventare azzurro il cielo di Berlino.
Durante la finale si fa notare Fabio Cannavaro, che al termine dell’incontro, essendo il capitano (alla centesima presenza con la maglia Azzurra) alza al cielo la Coppa del Mondo.